- Nel Creato, gli elementi che erano confusi nel caos, ubbidirono ordinandosi. (..) “Dio creò il cielo e la terra e la terra era informe e vuota,e le tenebre
coprivano la faccia dell’abisso, e lo Spirito di Dio si librava sulle acque e Dio disse: “sia fatta la luce”. Aria, acqua, fuoco e luce erano dunque fatti, ma non
erano separati e ordinati. Dio comandò loro di separarsi e di ordinarsi, secondo la legge che Egli dava loro, ed essi ubbidirono e ubbidiscono da migliaia di anni,
facendo il giorno e la notte, i mari e le terre, e lavorando, il fuoco, nelle vene del globo, a preparare i minerali dei quali l’uomo necessita.
- Ubbidienza nel Creato: Dio dopo aver fatto il cielo, ossia gli strati dell’atmosfera, li sparse d’astri comandando loro di seguire una certa via immutabile, e gli
- astri ubbidirono. Dio dopo aver fatto la Terra,ossia dopo aver reso compatta e ordinata la materia, prima sparsa e confusa di polvere e di acque, creò le piante
- e gli animali della Terra e delle acque, e comandò loro di fruttificare e moltiplicare, e animali e piante, ubbidirono.
- Poi venne l’uomo, la creatura-re del creato, e Dio diede all’uomo comando di ubbidienza. E l’ubbidienza dell’uomo avrebbe mantenuto la Terra allo stato di un
- Paradiso terrestre, nel quale la morte, fame, guerre, sventure, malattie, fatiche, sarebbero state ignorate; un giocondo soggiorno di pace e amore nell’amicizia
- di Dio sarebbe stata la vita dell’uomo sino al suo passaggio alla Dimora celeste. 377- Az 5.1.47
- Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato! Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi
- dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento.
- La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell’infinito e non il più grande. Certo però è il più corrotto. Vite e vite
- pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista
- intellettuale dello spirito congiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi. 22.8.43
- Quanti misteri ha ancora l’Universo per voi! Siete immersi nel mistero. Mistero di Dio. Mistero dei perché di Dio. Mistero delle leggi cosmiche. Mistero di rapporti fra
- questo vostro pianeta e gli altri mondi. 28.8.43
- Quando il Creatore creò la Terra, la trasse dal nulla adunando i gas dell’etere, già creato e divenuto il firmamento, in una massa che rotando si solidificò come valanga
- meteorica che sempre più cresceva intorno a un nucleo primitivo. (…)
- La Terra, formandosi così nella sua corsa di proiettile nebulare che si solidifica traversando gli spazi, dovette per forza rapire ad essi, emanazioni ed elementi provenienti
- da altre fonti, i quali e le quali, sono rimaste chiuse in essa sotto forma di fuochi vulcanici, zolfi, acque e minerali diversi, i quali affiorano alla superficie testimoniando la
- loro esistenza e i misteri, che con tutta la vostra scienza, non riuscite a spiegare con esatta verità, della Terra, pianeta creato dal nulla da Dio, Padre mio.11.12.43
- La creazione attende di conoscere i figli di Dio per distinguerli dai figli del peccato. Quando lo conoscerà? Quando, il tempo essendo finito, saranno passati nella grande
- rassegna tutti gli uomini e separati, secondo giustizia, i figli di Dio dai figli del peccato.
- Per ora è un lavoro continuo, incessante, per giungere a questa rivelazione. Ogni creatura lo deve compiere in se stessa e l’unione di tutte le creature e la conoscenza del
- lavoro di ognuno, darà la rivelazione dei figli di Dio da distinguersi da quelli che non vollero esserlo.
- Quando tutte le vite saranno riunite nella risurrezione finale, si comporrà il gran quadro della storia dell’umanità, di questo lato della creazione, il più eletto, e, per essere
- il più eletto, il più insidiato dall’Avversario che nei progenitori assoggettò tutta l’umanità alla vanità, con la permissione di Dio, per provare i suoi figli e poterli premiare
- con moltiplicati meriti per la loro santità, conseguita con sforzo proprio e non con dono gratuito di Dio. Az.203 - 7.7.46